GEROS IV - Il Regno Discarica

-L'AURORA SENZA VITA-
:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

Il Novaphysi rimane fermo sul muro, se di attendere si tratta così sia, per lui non fa molta differenza.

Aratekh: (In Formoca) Come volete, ma le cose potrebbero anche andare male.

Passano molte ore, difficile dire quante senza dei segni esterni ma la porta infine viene aperta e una delle guardie indica la sintetica Þórunn e le ordina di seguirlo.

Aratekh: (in Formoca) A quanto pare non siamo gli unici ad essere curiosi.

Il Novaphysi osserva la scena nuovamente silente ed immobile.



Aratekh
Sevo dei Novadrakkan

 

-L'AURORA SENZA VITA-
:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

Sono nuovamente fuori. Tre soldati e la sintetica che percorrono la fortezza. Non ci vuole molto perché arrivino: Una baracca di lamiere, meno consumate di quelle che si trovano in giro, ma pur sempre lamiere usate. Fanno entrare la replicante che si ritrova in un angusto spazio, che sembra essere il luogo di lavoro dell'ufficiale che li ha arrestati.

Ufficiale (in Formoca): "Vedo il nostro registro e tu compari. Abbiamo anche un tuo fucile in deposito. Due domande, per cominciare...anzi tre. Chi sono le persone che erano con te, che cosa ci facevi con loro e perché siete qui a Ocaramburde."

Dopo aver formulato le domande l'ufficiale si siede su un alto sgabello cilindrico imbottito e fornito di braccioli, lasciando la sintetica in piedi.

 

-L'AURORA SENZA VITA-
:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

Il graduato si rimette in piedi e gira attorno alla sintetica, lentamente, cercando di innervosirla. Scrocchia le dita delle mani e fa più rumore possibile, mentre cammina sul pavimento rivestito anch'esso di lamiera. Poi comincia a battere ripetutamente le nocche della mano destra contro la corazza.

Ufficiale (in Formoca): "Oh, sei qui per studio. E che cosa studieresti?"

 

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:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

L'ufficiale continua a camminare avanti e indietro, sempre tamburellando sulla corazza.

Ufficiale: "Non credo che tu possa fare domande. Aspetta che chiedo." Rivolgendosi a se stesso dice ad alta voce "La prigioniera può fare domande? No, no." Poi come nel gioco di un matto si rivolge nuovamente a Þórunn "No, spiacente, mi dicono che non puoi fare domande. Dove avete preso l'Erbo Sota? Perché siete qui? Avevate intenzione di scatenare una rivoluzione all'interno della tendopoli?"

 

-L'AURORA SENZA VITA-
:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

L'ufficiale torna a sedersi sullo strano sgabello.

Ufficiale: "Non mi convinci molto, ma immagino che non mi dirai altro. Di quali strani fenomeni stai parlando?"

 

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:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

L'uomo sprofonda volutamente nell'imbottitura dello sgabello e sorride.

Ufficiale: "Bene. Grazie per le informazioni."

Dopo si volta verso un tavolo improvvisato e comincia a scribacchiare qualcosa.

Ufficiale (rivolto ai soldati): Riportatela nella cellula detentiva e portate l'altra.

 

-L'AURORA SENZA VITA-
:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

Ålʤjs sta semplicemente fissando il soffitto di quella scatola di lamiera. Si sta chiedendo se forse il suo modello di cervello così avanzato non la faccia assomigliare troppo agli esseri organici e anche se gli umani, quando l'hanno riattivata e inserita in questo nuovo guscio, non abbiano inserito algoritmi emozionali eccessivi nel suo modo di comportarsi, in poche parole si sta domandando se non l'abbiano resa troppo umana, troppo simile al guscio che indossa. Non si ricorda di essere mai stata così e sa per certo che alcune teorie della calcolabilità parlano in modo astratto di problemi indeterminabili, accidentali o casuali, quando ci si avvicina in maniera né controllata né calibrata alla possibilità di varcare la soglia tra il calcolabile - e cioè qualsiasi problema risolvibile con un algoritmo - e l'incalcolabile, ovvero qualsiasi problema in cui sono inserite delle variabili non risolvibili con un algoritmo, come ad esempio le emozioni degli esseri organici - l'imprevedibilità data dalla somma delle esperienze precedenti sulla base delle quali il comportamento viene modificato non già in base al calcolo preventivo dei possibili risultati (e quindi in maniera algoritmica), ma in base a interazioni chimiche e non già matematiche, chiamate emozioni. Di qui Ålʤjs ne deduce di avere la possibilità, davvero rara se non unica per i sintetici, di poter 'provare' rabbia, paura, tristezza, sorpresa, disprezzo, disgusto e anche gioia, anche se per quest'ultima cosa non riesce a trovare una definizione accettabile.
"Voglio parlarne con lei, anche se la irrito è l'unica in questo momento che potrebbe aiutarmi a capire."

Improvvisamente la spranga esterna viene tolta e la fa sobbalzare.
"Ecco, una sintetica non dovrebbe sobbalzare!"
Il cigolio è seguito dall'apparizione dei soldati che spingono la sua collega dentro la scatola metallica.

Soldato (in Formoca): "Tu!" Dice indicandola. "Tocca a te."

La replicante si alza in modo indolente e si avvia verso i soldati, sfiorando volutamente col proprio gomito quello dell'altra sintetica, ma in maniera lieve, non provocatorio, solo per attirare la sua attenzione.

Ålʤjs (in Uni_Code): "Mi dispiace. Sul serio." Poi prosegue e si fa condurre dalla pattuglia.

Arrivati alla baracca, la replicante viene spinta dentro senza tanti complimenti e viene lasciata in piedi. L'ufficiale quarica la squadra da capo a piedi e anche con lei prova la tattica precedente, battendo le nocche sulla corazza.

Ufficiale: "Non ti abbiamo trovato addosso alcun passaporto o documento che attesti la tua identità. Quindi, tanto per cominciare sei qui illegalmente. Inoltre te ne vieni bellamente con in tasca bobine di Erbo Sota, come se fosse la cosa più naturale del mondo e non contenta, aizzi anche le persone nella tendopoli. Chi ti ha mandato e perché sei qui?

La replicante sente un inizio di emozione scenderle dal cervello biologico, emanandosi a tutto il suo sistema periferico e tenta di fermarlo. Ma sa anche che a volte perfino gli organici, avvezzi a queste cose, fanno fatica a rendersi conto delle proprie reazioni, figuriamoci un essere sintetico le cui reazioni algoritmiche vengono improvvisamente squilibrate.

Ålʤjs: "Io e il mio compagno siamo stati depositati qui da un disco della Confederazione. Il motivo è che la Confederazione stessa è preoccupata per i fenomeni che si stanno verificando in Dachiracia e la cui fonte pare essere locata presso la Costa d'Ottone."

L'ufficiale le gira intorno.

Ufficiale: "E l'altra donna? Lei dice che millanti di conoscerla anche se precisa di non averti mai vista. E le bobine? Da dove provengono? O dovrei piuttosto chiedere, dove l'hai rubate?"

"Eh no! Darmi della ladra no!" Immediatamente blocca i propri pensieri e poi li riprende. "Che cos'è questa reazione Ålʤjs? Rabbia? Irritazione? Smettila!"

Ålʤjs: "Credo di averla incontrata in precedenza, anche se non ne sono propriamente sicura, se lei dice di non avermi mai visto prima, probabilmente è vero, la mia memoria non è delle migliori."

"Sì, come no."

Ålʤjs: "L'Erbo Sota, nel luogo da dove provengo, è usata come moneta corrente, " mente la replicante "e mi pare sia molto apprezzata anche qui, vista la confusione che si è scatenata non appena ho mostrato una bobina. A dire la verità mi aspettavo che mi fosse ritornato del resto, non credo che due barattoli di brodaglia alcoolica valgano tutti quei soldi."

L'ufficiale rimane sconcertato. Dove mai si usa l'acciaio come moneta? E chi tra questa donna e l'altra è più attendibile? Probabilmente nessuna delle due, pensa. Entrambe però parlano del 'fenomeno'. Mentre una dichiara di essere una studiosa, l'altra dichiara di avere una sorta di missione assegnatale addirittura dalla Confederazione Grigia. Certo, il disco Zeon che si è fermato sopra la città-fortezza-stato non è passato inosservato, anche se di quei tempi non è raro che i dischi passino o si fermino, ma portare due individui armati direttamente dentro la cittadella fortificata, questo al graduato non sembra sia mai successo. A meno che altre persone depositate non siano state decisamente più accorte di questi due individui.

Ufficiale: "E quindi? A che pro scaricarvi qua, se la vostra missione è sulla costa?"

Ålʤjs: "Non chiedetelo a me. Sapete come sono questi Zeon, non sono propensi a rispondere alle domande, mentre ne fanno un sacco e solitamente di quelle a cui uno non riesce a dare risposta. In ogni modo, se non vi secca troppo, io e il mio compagno toglieremmo volentieri il disturbo e ci dirigeremmo sulla Costa d'Ottone. Se poi vuoi siete interessati a scoprire qualcosa e volete mandare qualche soldato con noi, per me non c'è alcun problema.

Ufficiale: "Non credo a una parola di ciò che mi dici tu e non credo neanche a ciò che mi ha detto l'altra prigioniera. Per ora basta così. Te ne torni in cella."

I soldati, ancora presenti, si avvicinano a Ålʤjs e la conducono fuori dalla baracca. Ripercorrono la strada a ritroso riportandola alla scatola di lamiera.

Soldato: (in Formoca): "Tu, in armatura. Vieni con noi."


Ålʤjs - Combattente di Millennia

 

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*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

Il tempo è passato molto lentamente e il Novaphysi prima ha visto andar via la prima replicante, poi dopo altro tempo in cui Aratekh non ha fatto ne detto nulla è stato effettuato il cambio e Ålʤjs prende il posto di Þórunn.
Anche in questo caso il tempo scorre lentamente e anche in questo caso il colosso non si muove dalla sua posizione rimanendo fermo ad osservare la porta evitando di rivolgere la parola alla replicante, probabilmente abbastanza stizzita sulla situazione venutasi a creare per colpa loro, quando poi anche Ålʤjs viene riportata in cella ecco che quegli uomini chiamano lui per l'interrogatorio, il Novaphysi inizia a muoversi portandosi versoi i soldati e preparandosi a seguirli verso la loro destinazione.



Aratekh
Servo dei Novadrakkan

 

-L'AURORA SENZA VITA-
:: Dachiracia::
*Rovine - Ocaramburde*
Ålʤjs - Aratekh - Þórunn - Chirochesi - Viaggiatori

Il Novaphysi si trova nuovamente all'esterno, condotto a una baracca di lamiere nella quale viene fatto entrare. Qui si trova di fronte l'ufficiale. Questi inizia subito a fare domande, incurante del fatto che il locale sembri piuttosto basso per accogliere li guerriero in armatura.

Ufficiale: "Che cosa sei, un androide?" Poi fa un cenno con la mano, come a scacciare la domanda e continua. "Non ha importanza. Ciò che invece mi interessa è perché siete qua."